Colnago
Colnago si dimostra subito un innovatore: fin dall’inizio decide di sottomettere la geometria dei telai dell’epoca ad alcuni cambiamenti radicali e crea allo stesso tempo il moderno look delle bicicletta da corsa su strada. Fino a quel momento il design che dominò prima della guerra era quello di un telaio largo, una base lunga per le ruote ed il sellino solo qualche centimetro al di sopra del telaio. Da allora Colnago è in contatto con i migliori ciclisti del mondo, per i quali, in molti casi, ha preparato personalmente le biciclette. In qualità di meccanico e poi di costruttore di biciclette ha seguito campioni quali: Altig ,Merckx, i Motta e Cancelli, Baronchelli, Paolini, Saronni e tanti altri.
La sua prima intuizione risale agli anni Cinquanta, quando forgia a freddo la forcella. Nel 1972 arriva la bicicletta che ha segnato un’epoca con il record stabilito da Eddy Merckx nel 1972 a Città del Messico. Nel 1983, la Oval CX e il telaio Master, con cui Saronni vinse quell’anno il Giro d’Italia. Nel 1986, insieme con la Ferrari Engineering (una collaborazione che dura ancora), viene realizzato il primo telaio in fibra di carbonio e, l’anno seguente, la “rivoluzionaria forcella Precisa” cioè completamente dritta.
Negli anni successivi escono dalla ditta Colnago capolavori come Colnago C35 (1989) e la Bititan (1991). Nel 1994 esce il C40 in carbonio, nel 2000 la CF1 e nel 2001 la CF2. Nel 2003 nasce il C50, evoluzione del C40, un telaio in fibra composita che si è affermato nelle competizioni e nelle vendite in tutto il mondo.
Tra tutte le vittorie ottenute in carriera una speciale è entrata negli annali della storia Colnago: fu la vittoria del “diavolo fortunato” Dancelli nella Milano- San Remo nel 1970 che persuase Ernesto Colnago a cambiare il suo logo da un’aquila all’attuale asso di fiori. Il logo è rimasto lo stesso, ma la tecnologia dietro di esso ha rivoluzionato il modo di costruire biciclette.

